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Resta solo il cielo

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Resta solo il cielo
quando la sera scende,
anfiteatro immenso
nell’ombra che viene lieve,
mentre scompare il sole
e con lui il mondo,
giù, oltre la cesura
che ci separa dall’infinito.
Dal suo grembo umido
sorgono i ricordi
e la speranza
di questo giorno alla fine.
Poi affioreranno i sogni
e la notte sarà un solco
che germina stelle.

 

 Nando - 18/03/2017 20:41:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Scusa, Laura, se invaso il tuo spazio per chiedere a Leonora, di cui ho apprezzato l’esito felice del suo suggerimento, la spiegazione tecnica della sua affermazione: in che modo "fertile" rompeva l’unità musicale del testo, mentre umido no? Come funziona l’accorgimento metrico-formale?
Vi ringrazio entrambe: Laura per LS tolleranza e l’ospitalità, Leonora, se vorrà, per l’istruzione ad un ignorante.

 Laura Turra - 18/03/2017 11:23:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Ti ringrazio, Leonora, della tua attenzione alla mia poesia. Mi piace il tuo suggerimento e lo faccio mio. È bello avere questo aiuto che mi spinge a imparare a fare un lavoro di maggior rifinitura dei testi. Un carissimo saluto

 Leonora Lusin - 18/03/2017 07:47:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Lieve è questa poesia, un soffio che ristora l’anima.
Mi permetto Laura un solo suggerimento: fertile è corretto concettulamnte ma rompe l’unità musicale del testo. Suggerirei "umido" che comunque richiama bene l’idea di fertilità.
Un saluto.

 Laura Turra - 16/03/2017 07:55:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Carissimo Nando, tu hai un grande pregio che è quello di saperti avvicinare all’anima delle persone. E’ un dono, un talento. E io sono profondamente grata di incontrare qui queste tue parole. Esse sono il segno di una vicinanza che mi rende lieta. Ti auguro una giornata felice e ti abbraccio

 Nando - 16/03/2017 06:09:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Le immagini tratte dalla natura diventano una metafora simbolica esistenziale, assurgono a luogo della Nostalgia, luogo dello struggimento, poiché l’anima recettiva del Poeta anela, condividendo questa "agonia" del desiderio ovvero dell’assenza con ogni altro essere umano, che questi ne sia consapevole o meno, all’Assoluto. Giocata su due piani che si distinguono e s’intrecciano, la poesia qui rivela il mondo percettivo ed interiore dell’Autrice, tra la dimensione spirituale della prima parte, da "Resta" a "fertile", e quella più terrena della seconda parte, terrena ma direi meglio umana, da " sorgono" a "stelle", parola che si ricongiunge significativamente per etimologia a quell’assenza struggente, rivelatio della Nostalgia. Della prima parte, certo " pregiudicando" la lettura con la biografia poetica della consuetudine testuale della lettura dei versi dell’Autrice, ne diamo un’interpretazione cristiana: in breve, occorre che avvenga il notturno dei sensi, che accada la Notte, la grande e drammatica "Notte della separazione", affinché non solo si riveli, nudo d’orpelli, quel "cielo" (riflesso speculare o simbolo di un altro Cielo - ecco l’alterità richiamata da Laura nel suo commento -) nelle luci del giorno solo intravisto ed incompiuto, ma diventi vocazionalmente il "grembo" che darà alla luce, dentro la finitudine del giorno, altro simbolo e metafora umana dell’esistenza, trama di nascita e attesa della morte, e il senso di un vissuto, un senso davvero teologico (ovvero religioso) ancorché profondamente umano, di cui recupera, nel memoriale dei ricordi, la visione di un oltre, sia di segno immanente sia trascendente, "//...speranza/ di questo giorno alla fine", quindi riscattandolo dal rischio nichilista dell’insensatezza o dell’assurdo privo di ragioni, e alla notte il " partorire" sogni, che sono il "giardino liberato" dove seminati germogliano i desideri (le lontane stelle, anche queste simbolo e metafora). Stile delicato che conduce a sé (seduce), dischiudendo del lettore le "valve" dell’anima, affinché, prima ancora del diletto consolatorio che a quegli gli viene dalla lettura, lo ferisca a futura perla la parola significativa dei versi.
Ti abbraccio forte

 Laura Turra - 15/03/2017 18:48:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Per Alberto: il cielo rappresenta per me quell’"alterità" a cui guardare, quel destino immenso e misterioso a cui tendere. Grazie per i tuoi sempre profondi commenti.
Per Salvatore: ah, le stelle! Come farne a meno? Grazie della lettura.
Un carissimo saluto a entrambi.

 Salvatore Pizzo - 15/03/2017 16:57:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

La chiusa sa di magia, di colpo di teatro, a risolvere i travagli su una scena ch’è mondo in lotta, sul confine tra giorno e notte...
Molto bella
Un caro saluto

 Alberto Becca - 15/03/2017 13:04:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

E’ una solitudine "estrema" quella del cielo, una solitudine cosmica e senza confini, un dilatarsi della natura , di cio’ che dall’ alto ci guarda e ci potegge, verso mete sconosciute; è una immagine che racchiude significati assai profondi quella del grambo (fertile), l’ immagine della vita (nascente) che si confronta con il giorno (che finisce); epoi verrà la notte, con i suoi silenzi, le sue paure, il buio che preclude la luce3 (eterna). Poesia dove il testo va molto oltre la metafora, l’ intenzione, l’ ispirazione.. va direttamente all’ intimo della persona umana, all’essenza Per questi motivi merita grande lode.

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